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Prima dell’estate

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Nei giorni scorsi io e Godzi siamo stati sottoposti a tremende prove: il saggio scolastico e il brevetto di nuoto! Non vi posso dire la paura, ma ne avevo parecchia. Poi, come a volte succede, tutto è passato quando la sfida è iniziata.

Qui ero una semplice spettatrice delle prove altrui al saggio.

L’incredibile Godzi faticosamente allenato al rispetto di minime regole di socievolezza e disciplina. Un successo planetario!

Un tripudio di colori.

 

 

Godzi ostenta il suo brevetto da vero modello.

E io cerco di non essere da meno. 

Aprile è un mese crudele

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Siamo tornati da Subiaco col nostro carico di gioia e dolori. Il dermatologo che mi ha visitata ha detto che il grazioso neo che ho sulla schiena, e al quale tengo molto, va solo tenuto sotto controllo. Invece sulla guancia mi sono procurata un’ustione di terzo grado, ecco perché non mi ha fatto male.
A Subiaco, dopo due giorni di brutto tempo, uscì il sole e noi potemmo  scorrazzare in giardino.

Godzi manifestò i primi malsani pensieri da maschio, innamorandosi con tutta evidenza di Lala, la signora che viene ad assisterci alcuni pomeriggi a settimana, e che ci seguì a Subiaco dalla mattina alla sera. Quando lei tornò a Roma il rettile pianse disperato e in seguito promise di uccidere Jimmy, il suo fidanzato.

Io manifestai la mia grazia innata, anche se alcune riprese di papà svelarono la mia natura di piccola arpia. In compenso presi la febbre, la tosse e il mal di gola e ormai sono due giorni che bivacco smodatamente a casa, lamentandomi di tutto e sghignazzando alle spalle di Godzi quando esce al mattino col suo zainetto carico.


Qualche immagine di bimbi celestiali

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Non sono granché, ma ultimamente il fotografo di casa perde colpi…


Non lasciatevi ingannare dal nostro angelico aspetto, questo è stato l’unico nanosecondo in cui Godzi e io non ci siamo accapigliati come marinai ubriachi, per futili motivi e urlando come ossessi.


Quando Godzi è soddisfatto il Miserabile Facchino si guarda intorno allarmato per capire dove la sua distruzione assoluta abbia raso al suolo qualcosa.


Andrea in falsissima posa angelica, arredato col vestitino della festa, tra un inseguimento di Ciccio, uno sculaccione, una tirata di capelli e così via.


Questa foto fa schifo vero? (a parte ME ovviamente). Il motivo della sua assoluta bruttezza tecnica sta nel fatto che venne scattata da Godzi, non si sa come. Il mostriciattolo pigiò tasti a caso, inquadrando a occhi chiusi, ed ecco, grazie alla fortuna dei principianti, cosa ne uscì.

Blando Natal

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Per prima cosa ci fu la partenza, che impegnò il Miserabile Facchino oltre ogni esperienza umana, giacché la Grande Generatrice era partita per il lavoro lacrimando dalla gioia disperazione. Fortunosamente venne in soccorso del virile genitore nonna Adriana, che permise la nostra rumorosa migrazione verso Subiaco. Ovviamente dormimmo in macchina quel tanto che bastò a privarci del sonno fino a sera inoltrata, incantando il pomeriggio di papà con ripetute risse e urli.

Per seconda cosa ci fu la vigilia di natale che si svolse con impressionante confusione; la cena fu abbondante ma rapida visto che ciascuno rimase seduto per non più di trenta secondi. In questa terribile baraonda passarono in secondo piano le evoluzioni di Godzi e soprattutto la mia sconsiderata bellezza.

Per terza cosa ci fu babbo natale che passò tintinnando sul balcone davanti ai miei esterrefatti occhi, per svanire nel buio pesto non prima di aver lasciato alle mie innocenti spalle decine di regali che nonna Franca iniziò a gettare da una parte all’altra creando una perfetta replica del caos primigenio.

Per quarta cosa ci fu che dormimmo tutti insieme con papà e la cosa fu buona e giusta; Godzilla aprì i suoi rettileschi occhi non prima delle nove del mattino anziché alle quattro e mezzo. Peccato che papà avesse maldigolafebbremaldistomacotossebrividi che ne avevano minato la leggendaria resistenza.

Eh già, per quinta cosa ci fu Godzi che salì e scese i gradini delle scale di casa trilioni di volte, cadendo rovinosamente solo una e stampandosi di guancia contro il gradino – peraltro senza soffrire danno alcuno.

Per sesta cosa ci furono i miei meravigliosi regali: la bambola baby born che mi procurò una gioia incontenibile; il geomag col quale costruii solidi tratti da un incubo architettonico; una bellissima vestaglia da notte color crema che inaugurai subito; altro di cui smarrii ogni traccia mnemonica.

Per settima cosa arrivò mamma che cercò di mettere in ordine la nostra camera e venne per questo presa da crisi impronunciabili.

Per ottava ci furono le passeggiate nel terreno dove sembrava l’inizio dell’autunno anziché la fine, e i cani Uccio, Billy, Tita e i due micetti grigia e tigrato, tutti cari a nonna Franca come pupille a un occhio e le foglie rosse e le pigne e i sassi bianchi. E Godzi.

Per nona la nostra partenza a causa della quale nonna Franca venne presa da viva gioia disperazione; oh come mi mancherete! esclamò tenendo nascosto dietro la schiena moet&chandon.

Per decima il nostro arrivo a Roma dove riprendemmo le nostre turpi abitudini, con la novità costituita dalla caduta della barriere del letto di Godzi il quale dormirà più vicino a me la notte; con questo si spera che il tellurico fratellino non deturpi le notti dei vecchi. 

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Ah che bella sciata! Sono stati quattro giorni fantastici, grazie amiche di mamma e Matteo e Massimo, siamo stati bene!

Qui nella mia posizione sublime in un perfetto spazzaneve con mani giunte dietro la schiena come da istruzioni precise del maestro Mauro. Imperturbabile e composta, sono stata soprannominata La Piccola Grace Kelly Delle Nevi. Unico particolare stonato le mie rovinose cadute, per fortuna rare, nelle quali riuscivo ad annodare gambe e sci a gassa

Con furbizia, sono rovinata al suolo lontana dal crudele obiettivo di papà, così nessuno avrà mai testimonianza fotografica delle mie scomposte posizioni da Granchio Starnazzante. Volevo assolutamente andare sulla seggiovia per sperimentare nuove forme di spostamento e concludere il bellezza la mia iniziazione sciistica, ma una fila disumana ha fatto desistere mamma.

Sogghigno tra me e me per la mia incommensurabile tecnica nella conduzione di curva, o forse perché vedo il Miserabile Facchino che mi inquadra. Papà è venuto a prenderci perché, secondo le leggi misteriose della termodinamica da viaggio, le valigie preparate per l’andata non sono bastate per il ritorno, e l’automobile che era bastata per l’andata non bastava per il ritorno, così lui è arrivato per un piacevole giornata che lo ha visto scorrazzare per valli, monti e strade in temerarie avventure come Cerca un parcheggio a meno di cento chilometri dalle piste, Dai retta a tre mamme e tre bimbi, e ovviamente il suo pezzo forte, Carica e scarica tutti i bagagli col sorriso sulle labbra. Però ha sciato e non sembrava per niente infelice mentre mi guardava dominare i ghiacci e le nevi della terrificante pista Topolino. Sebbene di tempra robusta, ieri sera mentre mi cullava, al buio, s’è addormentato lui e ho dovuto svegliarlo seicento volte. Ma dico!

Godzi o l’Adorabile Teppista, quando ci siamo incontrati abbiamo ripreso le nostre abitudini, io l’ho spintonato violentemente mentre lui cercava di sottrarmi con cieca ostinazione la mia preziosa borsetta piena di palline e di winnie pooh gallina, topo e mucca. Poi però ci siamo dati dei bacetti di bentornato. Mi è mancato tanto. Andrea infine ha esclamato "smaklhuz, iààà, dejààà, uhh!", così ho capito perfettamente che mi vuole bene anche lui.

domenica

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La domenica mi piace, oggi siamo andati da Riki e abbiamo giocato sempre insieme, si è ingelosito quando sulla pista elettrica la mia macchinina andava più veloce di quella avversaria e così ha preso a distruggere tutto, poi ci siamo coalizzati per rubare ad Andrea tutti i suoi giochi ma i grandi ci hanno fatto sparire con ringhi feroci. Abbiamo mangiato insieme ma Riki è stato più svelto di me a finire tutto il suo piatto. Il Miserabile Facchino intanto smontava insieme a zio Dario il vecchio lettino di Riki, che ora passerà a Godzilla, l’ha caricato sulla macchina, e quando siamo tornati a casa l’ha scaricato e domani dovrà rimontarlo. Dura la vita dei maschietti! Andrea oggi si è morso la lingua ed era Molto Scocciato. In macchina all’andata mamma si è accorta con orrore di non avermi messo il pannolino e così ci siamo fermati per permettermi di fare pipì. C’era un vento artico e i miei nobili glutei si sono ghiacciati. La mia domenica si è conclusa con trionfali galoppate dentro casa e con salti formidabili sopra papà che si era addormentato sul divano e che non mi ha buttata dalla finestra solo perché mi adora.